Nella rassegna stampa di oggi:
1) 11 Febbraio Beata Vergine Maria di Lourdes da http://www.pontifex.roma.it/
2) Giovane cristiano torturato e ucciso da ricco musulmano, 10-02-2011, da http://www.labussolaquotidiana.it
3) I vescovi francesi sul bimbo concepito per curare il fratello malato - Progresso è rispettare - la dignità di ogni essere umano (©L'Osservatore Romano - 11 febbraio 2011)
4) Se vince El Baradei l'Egitto cambierà fronte nella 'guerra mondiale islamica' - Notizie dalla rete - Mercoledì 09 Febbraio 2011 – da http://www.corrispondenzaromana.it
5) Lourdes, schiaffo all'arroganza dei razionalisti. Maria si rivela come la vera Immacolata. Visitare Lourdes é una salutare esperienza di amore e solidarietà di Bruno Volpe – da http://www.pontifex.roma.it/
6) Stati Uniti sotto shock: nella clinica abortista bambini massacrati a forbiciate - 10 febbraio, 2011 - http://www.uccronline.it
7) Bernadette, la promessa di una vita straordinaria di Livio Fanzaga, 11-02-2011, da http://www.labussolaquotidiana.it
8) YouCat, il Catechismo attira più di un giallo di Paolo Pegoraro, 11-02-2011, http://www.labussolaquotidiana.it
9) I rischi del dopo Mubarak di Mario Mauro, venerdì 11 febbraio 2011, il sussidiario.net
11 Febbraio Beata Vergine Maria di Lourdes da http://www.pontifex.roma.it/
In un paese francese ai piedi dei Pirenei, un giorno Maria apparve a Bernadette Soubirous, affidando alla ragazza un messaggio di speranza all’umanità intera. Oggi quel paese accoglie oltre 5 milioni di visitatori all’anno. Un Giovedì mattina, Bernadette uscì di casa insieme alla sorellina Toinette e una compagna per cercare rami secchi da ardere; all’epoca Bernadette aveva 14 anni. Verso mezzogiorno le bambine giunsero nei pressi della rupe di Massabielle, dove il fiume Gave formava una piccola grotta. Qui si formava un angolo pieno di detriti e legna da ardere, raggiungibile solo attraversando un canale d’acqua. Toinette e l’amica attraversarono il ruscello e Bernadette rimase sola; in quel momento udì un gran rumore, si voltò e vide una quercia agitarsi violentemente, mentre non spirava neanche un soffio di vento. Poi la grotta fu piena d’oro e sulla roccia apparve una splendida Signora, dall’apparente età di diciassette o diciotto anni. Vestita di bianco, con una fascia azzurra che le scendeva sui fianchi e con i capelli cinti da un velo, dal braccio le pendeva un rosario dai grani bianchi legati da una catena d’oro; sui piedi brillavano due rose, anch’esse di un oro splendente.
Bernadette s’inginocchiò, incominciando a recitare il Rosario, la Signora accompagnò la ragazza nella preghiera e una volta terminata sparì, così com’era apparsa. Bernadette racconta alla sorella, alle amiche e alla sua famiglia tutto l’accaduto, si sente dire che quello che ha visto potrebbe essere il diavolo e lei decide di munirsi di acqua benedetta, nell’evenienza, per scacciare il demonio.
Tre giorni dopo, il 14 Febbraio la ragazza si sente chiamare verso la grotta di Massabielle, la Vergine sorride quando Bernadette gli lancia dell’acqua benedetta, ma ancora non dice niente. Parla per la prima volta il 18 Febbraio e la Signora le confida tre segreti, aggiungendo: “Non vi prometto di farvi felice in questo mondo – le dice - , ma nell’altro. Volete farmi la cortesia di venire qui per quindici giorni?” Intanto la notizia fa molta strada e sempre più curiosi, non solo di Lourdes, ma di tutta la regione, cominciano i pellegrinaggi a Massabielle. Nell’apparizione del 24 Febbraio la Vergine pronuncia tre volte la parola “penitenza” ed esorta a pregare per i peccatori. Il giorno seguente la Signora invita Bernadette a lavarsi e bere alla fonte, ma non esiste nessuna fonte d’acqua nella grotta e la ragazza comincia a scavare con le mani, mentre i presenti si burlano di lei.
Improvvisamente l’acqua comincia a scorrere in abbondanza, un cieco, invitato a bagnarsi gli occhi acquista immediatamente la vista. Da allora la sorgente non ha mai cessato di sgorgare e nell’arco dei decenni sono innumerevoli le guarigioni spirituali e fisiche alla fonte di Massabielle. La Vergine chiese a Bernadette di far giungere in quel luogo dei sacerdoti e di far costruire una cappella, ma l’abate Peyramale, parroco di Lourdes, non ne voleva sapere e chiese alla ragazza un segno inconfutabile; il nome della Signora che appariva nella grotta. Nell’apparizione del 25 Marzo 1858 la Signora dice finalmente il suo nome: “Io sono l’Immacolata Concezione”. Solo
Quattro anni prima Papa Pio IX aveva proclamato il dogma dell’Immacolata Concezione, ma Bernadette, analfabeta ed ingenua non poteva saperlo; così, per non dimenticarselo corse subito dal parroco a riferirne il nome. L’abate, sconvolto, non ha più dubbi e da quel giorno il cammino per il riconoscimento ufficiale delle apparizioni può cominciare spedito, fino alla lettera pastorale del Vescovo competente di Tarbes, che dopo un’accurata indagine, consacrava per sempre Lourdes alla sua vocazione di santuario mariano internazionale. Dalla prima apparizione, l’11 Febbraio, fino all’ultima, il 16 Luglio 1858, Bernadette ebbe in tutto diciotto apparizioni. [Fonte Santiebeati.it]
Giovane cristiano torturato e ucciso da ricco musulmano, 10-02-2011, da http://www.labussolaquotidiana.it
Picchiato, torturato ed ucciso dal suo datore di lavoro solo perché era cristiano. L’ennesimo episodio di abuso e violenza ai danni delle minoranze in Pakistan giunge dalla “All Pakistan Minorities Alliance”, AMPA, un’organizzazione impegnata per la tutela delle minoranze che denuncia “Tali episodi si susseguono in un contesto di discriminazione sociale e religiosa, in cui i ricchi musulmani pensano di poter disporre della vita dei cristiani, che sono ultimi nella scala sociale, sono trattati come oggetti e sono vittime indifese delle violenze”.
L’ultima vittima, in ordine di tempo, è Imran Masih. 24 anni, residente nel villaggio di Nut Kallan. Il giovane da due anni lavorava come autista presso Mohammad Masood, un ricco possidente residente nel distretto di Gujranwala, in Punjab. Il 5 febbraio scorso Imran non si è recato al lavoro per motivi di salute e il giorno successivo, stando a quanto riportato dall’organizzazione, è stato percosso e torturato fino alla morte. Sarebbe stato lo stesso Masood a consegnare il corpo del giovane al padre, anch’egli impiegato presso la stessa tenuta, affermando che l’autista si sarebbe suicidato.
Una versione cui il padre non ha creduto soprattutto visti i segni che il 24enne aveva sul corpo e che lo ha portato a recarsi dalla polizia denunciando l’omicidio. A quel punto al dramma si è aggiunto un ulteriore sfregio poiché gli stessi funzionari di polizia hanno cercato di dissuadere l’uomo in considerazione dell’influenza di Masood nella provincia. Per ottenere che la denuncia fosse regolarmente registrata è intervenuta l’organizzazione AMPA che, grazie ad una mobilitazione, ha richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica su questa vicenda.
Imran Masih è stato sepolto l’8 febbraio nel suo villaggio di Nut Kallan mentre i rappresentanti della comunità cristiana ancora una volta denunciano di non sentirsi tutelati. In particolare fonti Fides nel Paese si rivolgono al ministro federale per le Minoranze religiose chiedendo aiuto e auspicando che questa figura non venga abolita, cosa che potrebbe avvenire con l’ormai prossimo rimpasto di governo che potrebbe eliminare alcuni dicasteri.
La morte di Masih si inserisce nella spirale di violenza cui sono vittime le minoranze religiose nel paese, specie a causa della discussa legge sulla blasfemia che ha portato al carcere e alla condanna a morte di Asia Bibi. Solo qualche giorno fa, parlando della donna cristiana, l’arcivescovo di Lahore Lawrence Saldanha si era rivolto alla comunità internazionale sottolineando come una condanna diretta al Pakistan non avrebbe portato a risultati concreti. Nel frattempo il prelato si era rivolto ai rappresentanti cristiani e musulmani chiamandoli alla preghiera comune per tutelare i diritti fondamentali dell’uomo e le libertà civili.
L’ondata di violenza ha subito inoltre un’impennata dal gennaio scorso, con la morte del governatore Salman Taseer, ucciso da una delle sue guardie del corpo perché aveva definito la legge sulla blasfemia “la legge nera”. Una posizione che Taseer portava avanti da diverso tempo e che lo aveva convinto a chiedere al presidente Zardari la grazia per Asia Bibi.
A poco più di un mese dalla sua morte la tensione rimane alta e se da un lato le minoranze premono per una modifica alla legge, solo qualche settimana fa 40mila persone sono scese in piazza per protestare contro possibili modifiche alla legge in una manifestazione promossa dal principale movimento di opposizione di ispirazione islamica. Queste pressioni hanno spinto alle dimissioni il ministro che aveva proposto le modiriche.
Intanto non si placa l’ondata di sangue che colpisce il Pakistan. Stamane un giovane attentatore si è introdotto nel centro di reclutamento dell’esercito pakistano a Mardan, nella provincia nord occidentale del Khyber-Pakhtunkhwa e si è fatto esplodere. Almeno 31 i cadetti morti e 21 i feriti secondo quanto reso noto da fonti militari che sottolineano inoltre come il Kamikaze fosse poco più che adolescente.
Il premier pakistano Yusuf Raza Gilani ha condannato l'eccidio, definendolo un «attacco codardo», che «non è in grado di minare il morale delle Forze di sicurezza nè la determinazione della Nazione nell'estirpare il terrorismo».
I vescovi francesi sul bimbo concepito per curare il fratello malato - Progresso è rispettare - la dignità di ogni essere umano (©L'Osservatore Romano - 11 febbraio 2011)
PARIGI, 10. In Francia lo hanno già soprannominato bébé-médicament, il bambino-medicina: è nato il 26 gennaio all'ospedale "Béclère" di Clamart, nell'Île-de-France, sostanzialmente per curare uno dei suoi fratelli, affetto da una grave malattia genetica, la beta talassemia. Una notizia resa nota proprio l'8 febbraio, giorno d'inizio del dibattito all'Assemblea nazionale sul progetto di legge relativo alla bioetica. La Chiesa non ha potuto non commentare la coincidenza (il portavoce dei vescovi, Bernard Podvin, ha parlato di "meschino concetto della comunicazione"), una coincidenza che "sottolinea doppiamente l'anormalità di questa nascita", come ha detto ieri l'arcivescovo di Rennes, Pierre d'Ornellas, incaricato dalla Conferenza episcopale di seguire la discussione in materia di bioetica. E il presidente, il cardinale arcivescovo di Parigi, André Vingt-Trois, ha definito questo bambino "uno strumento per cercare di guarire un altro bambino", dichiarandosi nettamente contrario al concepimento a fini terapeutici.
La tecnica utilizzata prevede che gli embrioni, dopo la fecondazione in vitro, vengano sottoposti a una duplice analisi genetica preimpiantatoria che permette di selezionare quelli indenni dalla malattia ereditaria e compatibili (in questo caso) con i due fratellini del nascituro affetti dalla patologia. Gli embrioni sono stati quindi trasferiti nell'utero della madre che ha portato avanti la gravidanza. Il neonato non solo è sano ma, attraverso le cellule prelevate dal suo cordone ombelicale, potrà curare il fratello maggiore.
Secondo monsignor d'Ornellas, che in una dichiarazione firmata con altri vescovi ha definito il bébé-médicament una "falsa pista", la stranezza di questa nascita è innanzitutto nella legalizzazione della strumentalizzazione del nascituro, contraria - ricorda citando la Commissione nazionale consultiva dei diritti dell'uomo - "al più elementare rispetto dovuto a ogni essere umano", contravvenendo all'"interesse primordiale" del bambino. Perché ogni bambino "ha il diritto inalienabile di nascere per se stesso, essere amato per se stesso ed essere accolto per se stesso".
Ma per l'arcivescovo di Rennes questa nascita è singolare anche perché strumentale al dibattito parlamentare. "Chi potrebbe restare insensibile davanti alla vita, più forte della sofferenza?", gli fa eco monsignor Podvin, "chi potrebbe negare la legalità di un atto scientifico altruista?". Tuttavia, spiegano ancora i vescovi, legalizzare l'uso dell'essere umano più vulnerabile per guarirne un altro "non è degno dell'uomo" e concepire un bimbo a questo scopo "non è rispettoso della sua dignità".
Dietro alla revisione della legge sulla bioetica si nasconde una "questione di umanità": si tratta - scrive d'Ornellas - di trovare la strada che unisce il rispetto incondizionato della dignità di ogni essere umano, in particolare dei più vulnerabili, con l'uso delle tecniche biomediche consentite grazie all'avanzamento della scienza. "È su questa strada che si trova il vero progresso dell'umanità", ribadisce il presule, che invita i parlamentari al dialogo per trovare una soluzione condivisa che conduca a misurare qualsiasi ricerca scientifica con il metro della libertà responsabile, che sceglie il rispetto come via di progresso nell'interesse generale della società.
Se vince El Baradei l'Egitto cambierà fronte nella 'guerra mondiale islamica' - Notizie dalla rete - Mercoledì 09 Febbraio 2011 – da http://www.corrispondenzaromana.it
(di Roberto Santoro su L'Occidentale) I Fratelli Musulmani vincono le elezioni e per non 'terrorizzare' le cancellerie occidentali accettano che il volto nuovo del governo sia il 'moderato' El Baradei. Un uomo che piace all'amministrazione Obama perché ha vinto, anche lui, il premio Nobel. Negli ultimi 30 anni l'Egitto è stato un Paese tutto sommato pacifico rispetto alla tumultuosità di altri stati mediorientali, amico dell'Occidente, competitore ma non avversario di Israele grazie agli accordi di Camp David. Nella stanza dei bottoni entra El Baradei che ha definito "sovrastimata" la minaccia nucleare iraniana e sdoganato la Fratellanza Musulmana: "c'è la necessità" di includere gli islamisti nel nuovo governo, e quindi la sharia nella vita pubblica e privata.
Un portavoce della fratellanza ha annunciato che "il popolo egiziano dovrebbe prepararsi alla guerra contro Israele" e che gli accordi di Camp David non valgono nulla perché sono stati firmati da Mubarak. Il governo Baradei non dispiace ai mullah iraniani, che in questo modo completa l'accerchiamento di Israele. Hamas ha finalmente le spalle coperte. Siria e Iran in questi giorni hanno rinsaldato le loro relazioni diplomatiche, con la lettera inviata ieri dai mullah al presidente Assad. L'Egitto potrebbe finire anche come la Turchia di Erdogan, con i Fratelli Musulmani disposti a trasformarsi in una forza nazionalista e conservatrice. Guardando a Erdogan che si erge a difensore della Freedom Flottilla e che si scambia assist con Ahmadinejad, la sicurezza di Israele è ugualmente in pericolo.
Lo "scontro di civiltà" in realtà è sempre stato una "guerra nell'islam", una guerra fredda islamica. Dieci anni fa c'erano gli stati canaglia contro cui si è fermata l'azione riformatrice e lo sforzo bellico dell'amministrazione Bush. Teheran, Damasco, il Qatar editore di Al Jazeera. Dopo il ritiro israeliano dalla Striscia è nato l'Hamastan. Il Libano ha un premier filo-siriano. In Tunisia è tornato un leader islamico che non ha la pericolosità di un Khomeini ma è pur sempre un leader religioso. In Algeria è vivo il ricordo della guerra civile, del Gia-Gruppo Salafita per la predicazione e il combattimento e compagnia discorrendo... Non è chiaro che fine farà il Sudan, dove il chierico Al Turabi - grande amico di Bin Laden - se la prende con il presidente Bashir per aver concesso il referendum che ha dato l'indipendenza al Sud del Paese. Cosa accadrà in Giordania, Marocco, Yemen, Emirati...
Lourdes, schiaffo all'arroganza dei razionalisti. Maria si rivela come la vera Immacolata. Visitare Lourdes é una salutare esperienza di amore e solidarietà di Bruno Volpe – da http://www.pontifex.roma.it/
La chiesa cattolica ricorda la Madonna di Lourdes. In verità, qualche lamentazione andrebbe fatta, ossia il fatto che questa ricorrenza sia considerata solo memoria facoltativa, quasi in spregio alla pietà popolare. Ne parliamo con il noto mariologo professor Stefano De Fiores, sacerdote e docente: " quello che lei dice é vero. Molti liturgisti, con i quali ho discusso anche animatamente, sono di opinione contraria. Eppure oggi esiste una frattura netta tra la liturgia che non fa grande menzione a Maria di Lourdes e la pietà popolare che invece a quella Madonna e quelle apparizioni attribuisce molta e giusta importanza". Bisogna dire che anche a suo tempo le apparizioni di Lourdes non furono ben viste e qualcuno dubitò: " certo, ma si era in pieno periodo razionalista, al miracolo era quasi impossibile pensare. Ed invece quelle apparizioni furono uno schiaffo, un colpo netto alla tronfia arroganza dei razionalisti del tempo, alla arroganza di una scienza che si credeva e in parte continua, a ritenersi autosufficiente a sé stessa".
A Lourdes é importante l' acqua: " questo elemento ci riporta al battesimo anche se nei messaggi questo elemento non risulta decisivo. Lourdes ha una visione spirituale nei suoi messaggi al contrario di altri, come Fatima, nei quali prevale diciamo l' aspetto contemporaneo, ossia la condanna al comunismo del tempo. Lourdes invece ci invita alla preghiera, alla fede, all' abbandono filiale in Cristo e la Madre sappiamo che é il mezzo ideale per arrivare al cuore di Gesù, lei é la mediatrice più importante".
Molti vanno in pellegrinaggio a Lourdes: " il bello é che tanti ci vanno non solo per la guarigione del corpo, che pure é rilevante, ma per quella dello spirito e sono tante le conversioni e le guarigioni che avvengono. A Lourdes spesso si consegue il grande dono della spiritualità e della fede, della visione di Dio e non é poco, specie per chi é incredulo e non é vicino alla fede, poi vorrei esaltare un aspetto di Lourdes non sempre elogiato con energia".
Prego: " Lourdes é un mondo di generosità e di solidarietà, una vera palestra di solidarietà cristiana in cui i fratelli maggiormente fortunati dedicano gratuitamente e senza alcun interesse, attenzione e tempo, a chi non ha il dono della salute. Questo é un dono della fede, del quale rendere grazie a Dio per intercessione di sua madre. Pertanto, il modo migliore pe onorare questa memoria é pregare, visitare i malati, non dimenticando che ricorre la giornata mondiale dell' infermo, e sperare nella loro pronta guarigione sotto la protezione di Maria alla quale ci affidiamo con filiale fiducia".
Stati Uniti sotto shock: nella clinica abortista bambini massacrati a forbiciate - 10 febbraio, 2011 - http://www.uccronline.it
Gli Stati Uniti sono sotto schock per una vicenda che riguarda ancora le cliniche abortiste. Parlavamo l’altro giorno (cfr. Ultimissima 7/2/11) dell’ente abortista più importante del mondo, il Planned Parenthood, i cui dipendenti sono stati incriminati per favoreggiamento della prostituzione minorile. Ma sotto accusa è anche finito Kermit Gosnell, noto medico abortista di Philadelphia, specializzato in aborti tardivi da ben 30 anni, incriminato -assieme alla moglie e a nove suoi collaboratori- per la morte di una paziente, Karnamaya Mongar, e per aver ucciso sette bambini nati vivi nella sua clinica di salute, la Gosnell West Philadelphia Women’s Medical Society. La relazione della Grand Jury, reperibile qui, ha rilevato che i bambini sono stati fatti nascere per poi essere massacrati tagliando loro il midollo spinale con delle forbici. La crudeltà degli episodi ha spinto l’Arcidiocesi di Philadelphia ad intervenire dichiarando che: «Le ripetute azioni di Dr Gosnell e il suo staff sono ripugnanti e intrinsecamente malefiche nel loro disprezzo per la vita del nascituro e il benessere delle donne che hanno cercato i loro servizi. Siamo pronti ad assistere con servizi di supporto le donne che hanno subito questi aborti e siamo pronti ad offrire degna sepoltura ai bambini abortiti». Il procuratore distrettuale Seth Williams ha dichiarato in una nota che i bambini erano «vivi e in salute». Inoltre ha parlato della probabilità che centinaia di altri bambini siano morti nella clinica tra il 1979 e il 2010. Williams ha anche aggiunto che nell’incursione dell’FBI, gli agenti hanno trovato, sparsi per tutta la clinica, dei vasi con piedi di bambini, contenitori come brocche di latte, recipienti per cibo dei gatti e sacchetti, contenenti feti abortiti. Mobili e pavimenti erano macchiati di sangue e urina. Molti membri del personale sono stati inoltre trovati privi di licenza. In un rapporto di 260 pagine, la grande giuria ha definito la clinica un «ossario per bambini». Il rapporto contiene vivide descrizioni delle procedure e foto dei bambini morti (o almeno dei loro resti). Come si è detto, la clinica abortista procurava frequentemente aborti a bambini di 24-32 settimane di gestazione, nonostante per le legge della Pennsylvania fosse vietato. Gli agenti dell’FBI hanno descritto la struttura abortista con termini come “deplorevole”, “sporca”, “disgustosa” e “insalubre, molto arretrata, orrenda”, si legge sempre nel rapporto. Un tanfo di urina riempiva l’aria mentre feci di gatto si trovavano sulle scale. I membri del personale (tra cul la moglie di Gosnell) sono accusati di omicidio, aborto illegale, cospirazione, racket, ostacolo dell’accusa, manomissione, ostruzione alla giustizia, furto con inganno, falsa testimonianza e corruzione di un minore. La giuria ha quindi proposto raccomandazioni per i governi statali e locali a prendere in considerazione la possibilità di modificare e disciplinare il lavoro all’interno delle cliniche abortiste. La notizia in Italia è apparsa su Informazione Libera e su Leggo.
Bernadette, la promessa di una vita straordinaria di Livio Fanzaga, 11-02-2011, da http://www.labussolaquotidiana.it
Bernadette Soubirous. Bernadette di Lourdes. Ci dice ancora qualcosa questa ragazza a cui nel 1858 apparve la Madonna, apparizione a cui è dedicata la festa odierna? Ha ancora qualcosa dai dire ai ragazzi e alle ragazze di oggi, alle tante Ruby ma alle ancora più numerose e anonime Francesca, Paola, Roberta?
Pensiamo a quella che è la caratteristica più evidente dei ragazzi di oggi: la mancanza di una prospettiva per il futuro. I ragazzi oggi appaiono impotenti, vedono la vita come una giungla, una lotta dove i più soccombono. E com’era la vita di Bernadette? Anche lei non aveva un futuro, secondo la logica del mondo. Era povera, ignorante, ma non solo: viveva anche una tragedia in famiglia, suo padre era stato accusato (ingiustamente) di furto, per cui la sua famiglia era emarginata, malfamata e Bernadette stessa disprezzata. Le prospettive per il futuro erano nere.
Ma a un certo punto avviene questo incontro straordinario, Bernadette viene colpita soprattutto da una cosa: la Madonna si rivolgeva a lei con rispetto, dice che le “parlava come a una persona”. Ha scoperto la sua dignità di persona dallo sguardo di un Altro, ha sperimentato lo sguardo con cui ci guarda Dio. Ed è questa scoperta che le ha cambiato la vita. Non importa la condizione in cui sei, quanto disperata sia la tua vita: se rispondi alla chiamata di Dio, Dio fa della tua vita qualcosa di straordinario.
Da Bernadette impariamo che Dio ha un pensiero sulla nostra vita, sulla vita di ognuno di noi, un pensiero buono, un grande progetto. Scoprire la missione che ci è assegnata da Dio, esserle fedele, è questo che improvvisamente ci offre un futuro, sta qui la chiave della vita.
Vengono subito in mente tanti altri esempi di questo genere: prendiamo Giovanni Paolo II, anche lui povero, un operaio in una Polonia povera e oppressa. E santa Faustina Kowalska, una ragazza povera, per tanti aspetti simile a Bernadette, eppure venerata oggi in tutto il mondo perché Dio ha affidato a lei il messaggio della Sua misericordia. E ancora: i ragazzi di Medjugorie, anche loro poveri, abitanti in un luogo sperduto e isolato che oggi è diventato un centro in cui arrivano persone da tutto il mondo.
Ecco perché Bernadette è una figura di straordinaria attualità: se la sua situazione esistenziale era analoga a quella dei ragazzi d’oggi, tanto più l’incontro che le ha aperto il futuro è possibile per ognuno, in qualunque condizione si trovi. Se ci affidiamo, se siamo fedeli alla chiamata e alla missione che ci viene assegnata, Dio fa della nostra vita qualcosa di straordinario, inimmaginabile.
E lo fa assecondando il nostro modo di essere, valorizzando la nostra umanità. Pensiamo infatti a cosa è oggi Lourdes: il santuario mondiale della sofferenza. Come ha fatto a diventarlo? Nel suo messaggio a Bernadette, la Madonna non ha mai parlato della sofferenza, né ha prodotto guarigioni miracolose. Tutto è nato perché, avendo imparato a guardarsi come Dio la guardava, Bernadette ha vissuto la sua sofferenza fisica – aveva infatti una malattia gravissima – come la propria strada alla santità. Anche la malattia da maledizione si è trasformata in opportunità. Allora, non dal messaggio della Madonna ma dalla risposta di Bernadette nasce la Lourdes così come la conosciamo oggi. O meglio, dalla risposta di Bernadette alla chiamata di Dio. Perché Dio non fa magie, ma si affida alla nostra libertà, esalta la nostra libertà.
Una vita straordinaria e l’esaltazione della nostra libertà. Ci interessa?
YouCat, il Catechismo attira più di un giallo di Paolo Pegoraro, 11-02-2011, http://www.labussolaquotidiana.it
«Cari giovani amici! Oggi vi consiglio la lettura di un libro straordinario». Sorpresa numero uno: il critico letterario che scrive è il Papa. Sì, proprio lui, Benedetto XVI. Sorpresa numero due: il «grande libro» in questione non è la Bibbia, ma ha avuto anch’esso una schiera di autori appartenenti a lingue e a culture diverse. Tanto che gli estensori – pur accomunati dalla stessa fede – hanno avuto momenti di “discussioni appassionate” come pure di “scontri”. Sorpresa numero tre: l’opera in questione è il Catechismo della Chiesa Cattolica. Perché esso non è «una semplice giustapposizione di una molteplicità di testi», ma un libro vero, unitario e strutturato come un romanzo. Sorpresa numero quattro: questo libro va letto con passione. Come un noir.
«Un romanzo criminale – scrive il Papa – è avvincente perché ci coinvolge nella sorte di altre persone, ma che potrebbe essere anche la nostra; questo libro è avvincente perché ci parla del nostro stesso destino e perciò riguarda da vicino ognuno di noi». Parole che sembrano uscite dalla penna di G.K. Chesterton – lo scrittore inglese amato da Benedetto XVI – che paragonò il genere poliziesco a un’indagine metafisica e definì la Summa teologica di san Tommaso come il più grande giallo mai scritto. Perché, in un poliziesco come nel catechismo, che altro si cerca se non la Soluzione agli enigmi con la E maiuscola?
Sorpresa numero cinque: oltre alla passione, questa lettura richiede impegno. «Studiatelo!» ripete per tre volte il Papa. «Dovete conoscere!» rimarca poi per altre tre volte Benedetto XVI. Studiate, ma non da soli: discutete e condividete, come hanno sempre fatto la comunità ecclesiale e la comunità teologica. Parlatene, anche sul web. Sorpresa numero sei: tutto questo il Papa lo dice nella prefazione del Catechismo dei giovanissimi che sarà distribuito da marzo. Dopo il grande Catechismo (1992 e 1997) e il suo Compendio (2005), ecco arrivare YouCat (2011), acronimo di “Youth Catechism” che strizza l’occhio al canale web YouTube.
YouCat è un volume di circa 300 pagine pensato per offrire un approfondimento della propria fede ai ragazzi tra i 14 e i 20 anni. Per questo, anche grazie all’aiuto di un team di 50 giovani, si è lavorato su tre livelli. Primo: un linguaggio esatto ma comprensibile a tutti, che non inciampi ogni due parole nel teologhese o in categorie oggi tutt’altro che scontate. Secondo: dare la parola ad alcuni testimoni che hanno reso carne e sangue il messaggio cristiano. Terzo: dare rilevanza all’aspetto visivo per sollecitare anche la sfera dell’immaginazione e delle emozioni, per chiamare il cuore a collaborare con la ragione. Il progetto – nato nell’ambito della Conferenza episcopale austriaca e supervisionato dal cardinale Christoph Schönborn – è stato incoraggiato fin dall’inizio da Benedetto XVI, che ne ha voluto firmare la prefazione.
Pensato in vista della GMG di Madrid (sarà parte integrante del kit offerto ai pellegrini), YouCat sarà tradotto in dodici lingue, oltre all’originale tedesco: quasi una risposta di freschezza all’appello dei 143 teologi che hanno invocato la “svolta necessaria”. Si adatta il linguaggio agli utenti, infatti, ma l’ossatura rimane la stessa del Catechismo del 1997, con le quattro sezioni: «Che cosa crediamo» (gli articoli del Credo); «La celebrazione del mistero cristiano» (i sette Sacramenti); «La vita in Cristo» (i Dieci comandamenti) e «La preghiera nella vita cristiana» (il Padre nostro). L’edizione italiana, supervisionata dal cardinale Angelo Scola, sarà pubblicata da Città Nuova.
I rischi del dopo Mubarak di Mario Mauro, venerdì 11 febbraio 2011, il sussidiario.net
Se c’è una certezza rispetto alle recenti traversie in cui versa l’Egitto, che da 18 giorni chiede a gran voce la cacciata del Presidente Hosni Mubarak, questa è che il destino della rivoluzione egiziana non lascerà certo indifferenti gli altri paesi dell’area.
L’Egitto è un paese che da sempre esercita un’influenza importante nei confronti dei paesi dell’area del Mediterraneo: tralasciando l’impero degli antichi egizi, basta dare uno sguardo agli ultimi cinquant’anni, dal Governo Nasser a quello di Sadat, che in piena guerra fredda agivano spesso come ago della bilancia nella politica mediorientale dei due blocchi. Chi arriverà dopo Mubarak sarà caricato di una responsabilità enorme, in un momento di tribolazione generale, che si sta propagando a macchia d’olio.
Come nel caso della Tunisia, è positivo vedere che tanta gente manifesta in nome della libertà e della democrazia: il rovesciamento di regime, da autoritario a democratico, deve essere accompagnato da riforme che possano davvero convincere il popolo che in democrazia si vive meglio e si è più liberi.
Non ci sono dubbi sulla spontaneità e sulla bontà delle intenzioni di chi manifesta. Così come è condivisibile la premura di Stati Uniti ed Europa (purtroppo ancora tante voci, anziché una sola) affinché la transizione avvenga in tempi brevi.
La transizione va però guidata: i futuri equilibri dell’area sono troppo importanti. Non ci si può permettere che il potere cada nelle mani di sciacalli e fondamentalisti. Il terrorismo, come dimostrano i recenti attacchi nei quali sono stati uccisi molti cristiani, è vivo e vegeto. Chiunque sia chiamato ad assumere il potere dovrà tenerlo presente, trattandosi di una variabile in grado di condizionare lo scenario anche al di là delle attuali tensioni sociali e politiche.
Un’attenzione particolare a queste sfumature è parte integrante del compito dell’Unione europea di difendere la libertà e la democrazia. Dobbiamo però dotarci degli strumenti adeguati, ammettendo innanzitutto di non avere avuto in tutti questi anni una vera strategia per il Mediterraneo.
Il cosiddetto “Processo di Barcellona” e la recentissima “Unione per il Mediterraneo” sono delle finzioni che non hanno realizzato nulla, mentre dovrebbero essere la premessa per una vera azione strategica in quell’area, che non si limiti al contenimento dell’immigrazione clandestina e a relazioni politiche limitate alla ricerca di un argine verso le teocrazie.
In fondo, quello a cui si ribella il popolo egiziano è una povertà non solo materiale, favorita da una gestione illiberale: lasciare che il paese soccomba ancora una volta sotto una nuova “tirannia laica” oppure, al contrario, una “teocrazia islamista”, significa allontanarci in maniera pressoché irreversibile dagli interessi di quei popoli.
Il sostegno a uno stato di diritto, basato sulla stabilità, sulla pace e sulla democrazia è l’unico obiettivo auspicabile. Una riforma radicale che dovrebbe costituire un modello per tutti gli altri paesi mediorientali, dove l’agitazione aumenta di pari passo con l’escalation egiziana.
Viene fugato l’ultimo dei luoghi comuni: pensare, cioè, che la democrazia in quanto tale non interessi gli arabi, non sia in sintonia con la loro cultura. È vero invece che mano a mano che si afferma la nozione e il valore della persona, l’intera società dei paesi arabi ricomprende in modo creativo e sorprendente la propria storia e il proprio compito.
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