Nella rassegna stampa di oggi:
1) Caterina. Siamo al momento cruciale - 22 settembre 2009 – Antonio Socci
2) Se non sei a New York non conti nulla? - Lorenzo Albacete mercoledì 23 settembre 2009 – ilsussidiario.net
3) IL CASO/ Perché il sindaco di Londra ci vorrebbe un po’ tutti islamici? - Redazione mercoledì 23 settembre 2009 – ilsussidiario.net
Caterina. Siamo al momento cruciale - 22 settembre 2009 – Antonio Socci
Ieri Caterina ha recuperato piena autonomia cardiaca (questi medici sono veramente bravissimi). Nei prossimi giorni si spera che possa recuperare anche l’autonomia respiratoria, ma ogni passo sembra aver bisogno delle nostre lacrime e delle nostre suppliche (e vi ringrazio dal profondo del cuore di quello che tutti voi state facendo!!!).
Quando è tornata dalla sala operatoria, ieri sera, aveva le mani e i piedi un po’ gonfi e così una guancia e un occhio. Ma non molto. Poverina, è veramente crocifissa, tante sono le ferite e le sofferenze atroci di questi giorni.
Ma resta sempre bella come il sole. Incredibilmente bella. Quella sua bella fronte, quelle belle labbra vermiglie come rose, quella sua lunga chioma scura riccioluta…
Cosa provano una madre o un padre di fronte a una figlia distesa su un letto, immobile, nell’impotenza di svegliarla non si può dire. L’angoscia e la paura di quello che potrebbe essere non hanno limiti e bisogna subito rifugiarsi nel presente e nell’implorazione alla nostra buona Madre, che può tutto e che ci ama.
Guardare la nostra bimba così è come trovarsi davanti al tabernacolo, nell’adorazione eucaristica, ma anziché nel pane e nel vino è in un volto, il volto della figlia che ami, che il Signore ti sta di fronte…
Da oggi cominciamo a farle sentire la musica, quella musica che lei tanto ama. Tutto può accadere: che si risvegli e torni fra noi, sana e bella come prima, o che….. non oso dirlo.
Non so veramente perché tutto questo stia accadendo. Vedo attorno a me cose immense che Dio sta compiendo: persone che intenerite dalla vicenda di Caterina addirittura ritornano a Dio, che ricominciano a pregare e perfino a digiunare, altre che offrono le loro sofferenze…
Signore se la sofferenza di Caterina e la nostra che ti offriamo, abbracciate dalla Tua, ti serve a guarire tante vite, ti lodiamo, commossi e stupiti. E ti imploriamo, ti supplichiamo: consenti ora alla Tua e nostra Madre di guarire Caterina.
Non potete immaginare quanto ci ha commosso scoprire un altro piccolo dettaglio della vita di Caterina, qua a Firenze, con gli amici con cui vive questa bellissima esperienza cristiana.
Vi ho già detto che per lei il coro degli universitari di Comunione e liberazione (il Coro Foné) è una cosa importantissima perché cantare è qualcosa di vitale per lei, è il modo con cui esprime ciò che sente nella profondità della sua anima.
Ebbene, nel concerto di Natale alla S.S. Annunziata, Caterina eseguì come voce solista un canto spagnolo dedicato alla Regina del Cielo intitolato “Ojos de cielo”.
Una sua amica ci ha dato la traduzione di quella parole e ancora una volta i nostri occhi si sono riempiti di lacrime. C’è come il presagio di quello che sarebbe accaduto e il grido di Caterina che sia Lei, la nostra amata Maria, a risvegliarla e riportarla alla vita. Ecco quelle parole tradotte:
Occhi di cielo
Se guardo il fondo dei tuoi occhi teneri
mi si cancella il mondo con tutto il suo inferno.
Mi si cancella il mondo e scopro il cielo
quando mi tuffo nei tuoi occhi teneri.
Occhi di cielo, occhi di cielo,
non abbandonarmi in pieno volo.
Occhi di cielo, occhi di cielo,
tutta la mia vita per questo sogno…
Se io mi dimenticassi di ciò che è vero
se io mi allontanassi da ciò che è sincero
i tuoi occhi di cielo me lo ricorderebbero,
se io mi allontanassi dal vero.
Occhi di cielo..
Se il sole che mi illumina un giorno si spegnesse
e una notte buia vincesse sulla mia vita,
i tuoi occhi di cielo mi illuminerebbero,
i tuoi occhi sinceri, che sono per me cammino e guida.
Occhi di cielo…
Come si fa a non piangere?!!! … E ora, se volete, potete sentire come canta la mia Caterina: è sua la voce solista. Oh Madre mia, permettile di tornare a cantare per Te !!!
Ascolta il brano “Ojos de cielo”
Ojos de cielo
Si yo miro el fondo de tus ojos tiernos
se me borra el mundo con todo su infierno.
Se me borra el mundo y descubro el cielo
cuando me zambullo en tus ojos tiernos.
Ojos de cielo, ojos de cielo,
no me abandones en pleno vuelo.
Ojos de cielo, ojos de cielo,
toda mi vida por este sueño.
Ojos de cielo, ojos de cielo…
Ojos de cielo, ojos de cielo…
Si yo me olvidara de lo verdadero,
si yo me alejara de lo más sincero,
tus ojos de cielo me lo recordaran,
si yo me alejara de lo verdadero.
Ojos de cielo, ojos de cielo,
no me abandones en pleno vuelo.
Ojos de cielo, ojos de cielo,
toda mi vida por este sueño.
Ojos de cielo, ojos de cielo…
Ojos de cielo, ojos de cielo…
Si el sol que me alumbra se apagara un día
y una noche oscura ganara mi vida,
tus ojos de cielo me iluminarían,
tus ojos sinceros, mi camino y guía.
Ojos de cielo, ojos de cielo,
no me abandones en pleno vuelo.
Ojos de cielo, ojos de cielo,
toda mi vida por este sueño.
Ojos de cielo, ojos de cielo…
Ojos de cielo, ojos de cielo…
Se non sei a New York non conti nulla? - Lorenzo Albacete mercoledì 23 settembre 2009 – ilsussidiario.net
Questa settimana sono tutti a New York. Quelli che sono importanti, e quelli che pensano di esserlo, sono tutti qui, perché chi non è importante qui non c’è mai. Una volta si diceva del Plaza Hotel sulla Quinta Strada (quando era di proprietà di americani e non, come ora, di sauditi) che “ nulla che non sia importante può mai accadere al Plaza”. Lo stesso vale per Manhattan: niente di irrilevante può accadere qui, se qualcosa non è importante, allora non succede qui.
L’occasione è l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la prima dell’era Obama, e chiunque conti, o voglia contare, è qui. È come un grande spettacolo di Broadway, più spettacolare de “Il re leone” o “Il fantasma dell’Opera”, rappresentati qui durante tutti gli anni importanti della storia della modernità.
Questa Assemblea Generale è più spettacolare. Da Midtown a Wall Street, personaggi importanti, o sedicenti tali, sfrecciano a bordo di limousine da un posto all’altro, precedute dalla polizia e seguite da SUV neri pieni, si arguisce, di gente armata a loro protezione, mentre si muovono per la città diretti ai loro incontri segreti.
Tutto questo con un dispositivo di sicurezza mai visto dai giorni dell’11 settembre 2001. Siamo sotto una minaccia terroristica di dimensioni sconosciute, una minaccia ai treni dei pendolari, alla metropolitana, alle navi. Sono state arrestate tre persone, ma non sono state accusate di terrorismo, solo di aver “disturbato la quiete”, qualcosa che succede in continuazione qui attorno. Forse l’eventuale complotto terroristico è “ancora sotto indagine.” Si vedrà. Comunque, tutto ciò rende più spettacolare la presenza della gente che conta, o che pensa di contare.
Il “popolo americano” sta probabilmente guardando tutto questo sulle TV via cavo, che però sembrano riprodurre tutte uno stesso spettacolo, con le stesse scene e gli stessi argomenti. Tutto sembra preparato da degli esperti di internet ingaggiati per cercare e colpire i nemici politici. Una volta si pensava che internet avrebbe favorito i notiziari sulle TV cavo, ampliandone la portata e il ruolo; in verità si sta verificando il contrario: le stazioni televisive via cavo sono diventate una estensione delle battaglie tra avversari politici che avvengono su internet.
Poiché il “popolo americano” guarda a tutto questo da luoghi che non contano, dallo spettacolo emergono solo tre super star. La prima è il presidente Barack Hussein Obama, il che non sorprende, essendo questa la sua “era”. Segue poi Mahmoud Ahmadinejad dell’Iran (pronunciare correttamente il suo nome, può valere l’invito come esperti a una di queste televisioni per uno show di qualche minuto). Il terzo è il venezuelano Hugo Chavez, che sa come lo accoglierà Obama e sa anche quali libri dargli da leggere (all’ultima Assemblea Generale, Chavez fu il primo a fare il segno della croce davanti ai rappresentanti delle nazioni del mondo. Nessuno lo aveva fatto prima di lui, ma forse era per proteggersi dai demoni scoperti nello stare con George W. Bush).
Alla fine della settimana, lo spettacolo si sposta a Pittsburgh, Pennsylvania, per la riunione del G20. Ma questa non si svolge a New York, perciò non può contare per davvero e il “popolo americano” tornerà a guardare gli spettacoli televisivi in cui le varie celebrità rivelano i più intimi segreti. E io tornerò a far pratica su come si pronuncia correttamente Mahmoud Ahmadinejad.
IL CASO/ Perché il sindaco di Londra ci vorrebbe un po’ tutti islamici? - Redazione mercoledì 23 settembre 2009 – ilsussidiario.net
Boris Johnson, l’eccentrico sindaco londinese dal ciuffo paglierino, non smette mai di stupire. Fino al limite dell’imbarazzo. Con la sua ultima boutade il biondo Lord Mayor, che si proclama conservative, ha voluto superare a sinistra l’anima liberal e politicamente corretta della intellighenzia britannica.
Johnson, infatti, ha invitato tutti i cittadini londinesi a partecipare, per un giorno, al digiuno del ramadan e a recarsi, dopo il tramonto, in moschea. Tutto questo per imparare a comprendere i propri vicini musulmani. La giustificazione dell’invito è che, oramai, secondo Johnson, i seguaci dell’Islam sono “at the heart of every aspect of society”. Ha infatti ricordato che «ufficiali di polizia, medici, scienziati, e insegnanti musulmani sono ormai parte essenziale e insostituibile del tessuto sociale londinese».
Da qui la necessità di sviluppare ogni forma di “understanding and learning of the Muslim neighbour”, anche partecipando al ramadan e recandosi in moschea. Ciascun londinese, indipendentemente dal proprio background culturale e religioso, può trarre - secondo Johnson - edificanti e istruttive lezioni dallo spirito e dal significato del ramadan.
Johnson è uscito di senno? No, semplicemente ha pronunciato questo singolare discorso nella moschea di Tower Hamlet, il municipio ove risiede la maggior parte della popolazione musulmana. Era semplicemente a caccia di consenso politico e di futuri voti. L’episodio, però, la dice lunga su come il popolo britannico abbia ormai smarrito del tutto la propria identità culturale, se per un cinico calcolo politico si arriva ai livelli cui è giunto Boris Johnson, soi-disant conservatore.
Ovviamente, il sindaco di Londra respinge con sdegno al mittente le accuse di spudorato opportunismo, e giura che il suo è un sincero e convinto interesse a una prospettiva di integrazione della comunità, all’insegna della concordia e dell’armonia.
Esiste, in realtà, un modo molto semplice per verificare la sincerità delle affermazioni del sindaco londinese. Basterebbe che egli invitasse i cittadini musulmani, per un giorno, a partecipare al digiuno quaresimale dei cristiani e a una novena in chiesa. O meglio ancora, sarebbe sufficiente invitare i membri del London Muslim Center a partecipare, anche solo per un giorno, al digiuno ebraico dello Yom Kippur, recandosi poi in una sinagoga per pregare.
Se facesse un simile discorso Johnson non solo perderebbe gli ambiti voti islamici, ma metterebbe anche a serio rischio la propria incolumità fisica. E non ci pare che il fulvo Boris, per quanto eccentrico, abbia la vocazione del martire per la causa dell’integrazione.
(Gianfranco Amato)
1) Caterina. Siamo al momento cruciale - 22 settembre 2009 – Antonio Socci
2) Se non sei a New York non conti nulla? - Lorenzo Albacete mercoledì 23 settembre 2009 – ilsussidiario.net
3) IL CASO/ Perché il sindaco di Londra ci vorrebbe un po’ tutti islamici? - Redazione mercoledì 23 settembre 2009 – ilsussidiario.net
Caterina. Siamo al momento cruciale - 22 settembre 2009 – Antonio Socci
Ieri Caterina ha recuperato piena autonomia cardiaca (questi medici sono veramente bravissimi). Nei prossimi giorni si spera che possa recuperare anche l’autonomia respiratoria, ma ogni passo sembra aver bisogno delle nostre lacrime e delle nostre suppliche (e vi ringrazio dal profondo del cuore di quello che tutti voi state facendo!!!).
Quando è tornata dalla sala operatoria, ieri sera, aveva le mani e i piedi un po’ gonfi e così una guancia e un occhio. Ma non molto. Poverina, è veramente crocifissa, tante sono le ferite e le sofferenze atroci di questi giorni.
Ma resta sempre bella come il sole. Incredibilmente bella. Quella sua bella fronte, quelle belle labbra vermiglie come rose, quella sua lunga chioma scura riccioluta…
Cosa provano una madre o un padre di fronte a una figlia distesa su un letto, immobile, nell’impotenza di svegliarla non si può dire. L’angoscia e la paura di quello che potrebbe essere non hanno limiti e bisogna subito rifugiarsi nel presente e nell’implorazione alla nostra buona Madre, che può tutto e che ci ama.
Guardare la nostra bimba così è come trovarsi davanti al tabernacolo, nell’adorazione eucaristica, ma anziché nel pane e nel vino è in un volto, il volto della figlia che ami, che il Signore ti sta di fronte…
Da oggi cominciamo a farle sentire la musica, quella musica che lei tanto ama. Tutto può accadere: che si risvegli e torni fra noi, sana e bella come prima, o che….. non oso dirlo.
Non so veramente perché tutto questo stia accadendo. Vedo attorno a me cose immense che Dio sta compiendo: persone che intenerite dalla vicenda di Caterina addirittura ritornano a Dio, che ricominciano a pregare e perfino a digiunare, altre che offrono le loro sofferenze…
Signore se la sofferenza di Caterina e la nostra che ti offriamo, abbracciate dalla Tua, ti serve a guarire tante vite, ti lodiamo, commossi e stupiti. E ti imploriamo, ti supplichiamo: consenti ora alla Tua e nostra Madre di guarire Caterina.
Non potete immaginare quanto ci ha commosso scoprire un altro piccolo dettaglio della vita di Caterina, qua a Firenze, con gli amici con cui vive questa bellissima esperienza cristiana.
Vi ho già detto che per lei il coro degli universitari di Comunione e liberazione (il Coro Foné) è una cosa importantissima perché cantare è qualcosa di vitale per lei, è il modo con cui esprime ciò che sente nella profondità della sua anima.
Ebbene, nel concerto di Natale alla S.S. Annunziata, Caterina eseguì come voce solista un canto spagnolo dedicato alla Regina del Cielo intitolato “Ojos de cielo”.
Una sua amica ci ha dato la traduzione di quella parole e ancora una volta i nostri occhi si sono riempiti di lacrime. C’è come il presagio di quello che sarebbe accaduto e il grido di Caterina che sia Lei, la nostra amata Maria, a risvegliarla e riportarla alla vita. Ecco quelle parole tradotte:
Occhi di cielo
Se guardo il fondo dei tuoi occhi teneri
mi si cancella il mondo con tutto il suo inferno.
Mi si cancella il mondo e scopro il cielo
quando mi tuffo nei tuoi occhi teneri.
Occhi di cielo, occhi di cielo,
non abbandonarmi in pieno volo.
Occhi di cielo, occhi di cielo,
tutta la mia vita per questo sogno…
Se io mi dimenticassi di ciò che è vero
se io mi allontanassi da ciò che è sincero
i tuoi occhi di cielo me lo ricorderebbero,
se io mi allontanassi dal vero.
Occhi di cielo..
Se il sole che mi illumina un giorno si spegnesse
e una notte buia vincesse sulla mia vita,
i tuoi occhi di cielo mi illuminerebbero,
i tuoi occhi sinceri, che sono per me cammino e guida.
Occhi di cielo…
Come si fa a non piangere?!!! … E ora, se volete, potete sentire come canta la mia Caterina: è sua la voce solista. Oh Madre mia, permettile di tornare a cantare per Te !!!
Ascolta il brano “Ojos de cielo”
Ojos de cielo
Si yo miro el fondo de tus ojos tiernos
se me borra el mundo con todo su infierno.
Se me borra el mundo y descubro el cielo
cuando me zambullo en tus ojos tiernos.
Ojos de cielo, ojos de cielo,
no me abandones en pleno vuelo.
Ojos de cielo, ojos de cielo,
toda mi vida por este sueño.
Ojos de cielo, ojos de cielo…
Ojos de cielo, ojos de cielo…
Si yo me olvidara de lo verdadero,
si yo me alejara de lo más sincero,
tus ojos de cielo me lo recordaran,
si yo me alejara de lo verdadero.
Ojos de cielo, ojos de cielo,
no me abandones en pleno vuelo.
Ojos de cielo, ojos de cielo,
toda mi vida por este sueño.
Ojos de cielo, ojos de cielo…
Ojos de cielo, ojos de cielo…
Si el sol que me alumbra se apagara un día
y una noche oscura ganara mi vida,
tus ojos de cielo me iluminarían,
tus ojos sinceros, mi camino y guía.
Ojos de cielo, ojos de cielo,
no me abandones en pleno vuelo.
Ojos de cielo, ojos de cielo,
toda mi vida por este sueño.
Ojos de cielo, ojos de cielo…
Ojos de cielo, ojos de cielo…
Se non sei a New York non conti nulla? - Lorenzo Albacete mercoledì 23 settembre 2009 – ilsussidiario.net
Questa settimana sono tutti a New York. Quelli che sono importanti, e quelli che pensano di esserlo, sono tutti qui, perché chi non è importante qui non c’è mai. Una volta si diceva del Plaza Hotel sulla Quinta Strada (quando era di proprietà di americani e non, come ora, di sauditi) che “ nulla che non sia importante può mai accadere al Plaza”. Lo stesso vale per Manhattan: niente di irrilevante può accadere qui, se qualcosa non è importante, allora non succede qui.
L’occasione è l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la prima dell’era Obama, e chiunque conti, o voglia contare, è qui. È come un grande spettacolo di Broadway, più spettacolare de “Il re leone” o “Il fantasma dell’Opera”, rappresentati qui durante tutti gli anni importanti della storia della modernità.
Questa Assemblea Generale è più spettacolare. Da Midtown a Wall Street, personaggi importanti, o sedicenti tali, sfrecciano a bordo di limousine da un posto all’altro, precedute dalla polizia e seguite da SUV neri pieni, si arguisce, di gente armata a loro protezione, mentre si muovono per la città diretti ai loro incontri segreti.
Tutto questo con un dispositivo di sicurezza mai visto dai giorni dell’11 settembre 2001. Siamo sotto una minaccia terroristica di dimensioni sconosciute, una minaccia ai treni dei pendolari, alla metropolitana, alle navi. Sono state arrestate tre persone, ma non sono state accusate di terrorismo, solo di aver “disturbato la quiete”, qualcosa che succede in continuazione qui attorno. Forse l’eventuale complotto terroristico è “ancora sotto indagine.” Si vedrà. Comunque, tutto ciò rende più spettacolare la presenza della gente che conta, o che pensa di contare.
Il “popolo americano” sta probabilmente guardando tutto questo sulle TV via cavo, che però sembrano riprodurre tutte uno stesso spettacolo, con le stesse scene e gli stessi argomenti. Tutto sembra preparato da degli esperti di internet ingaggiati per cercare e colpire i nemici politici. Una volta si pensava che internet avrebbe favorito i notiziari sulle TV cavo, ampliandone la portata e il ruolo; in verità si sta verificando il contrario: le stazioni televisive via cavo sono diventate una estensione delle battaglie tra avversari politici che avvengono su internet.
Poiché il “popolo americano” guarda a tutto questo da luoghi che non contano, dallo spettacolo emergono solo tre super star. La prima è il presidente Barack Hussein Obama, il che non sorprende, essendo questa la sua “era”. Segue poi Mahmoud Ahmadinejad dell’Iran (pronunciare correttamente il suo nome, può valere l’invito come esperti a una di queste televisioni per uno show di qualche minuto). Il terzo è il venezuelano Hugo Chavez, che sa come lo accoglierà Obama e sa anche quali libri dargli da leggere (all’ultima Assemblea Generale, Chavez fu il primo a fare il segno della croce davanti ai rappresentanti delle nazioni del mondo. Nessuno lo aveva fatto prima di lui, ma forse era per proteggersi dai demoni scoperti nello stare con George W. Bush).
Alla fine della settimana, lo spettacolo si sposta a Pittsburgh, Pennsylvania, per la riunione del G20. Ma questa non si svolge a New York, perciò non può contare per davvero e il “popolo americano” tornerà a guardare gli spettacoli televisivi in cui le varie celebrità rivelano i più intimi segreti. E io tornerò a far pratica su come si pronuncia correttamente Mahmoud Ahmadinejad.
IL CASO/ Perché il sindaco di Londra ci vorrebbe un po’ tutti islamici? - Redazione mercoledì 23 settembre 2009 – ilsussidiario.net
Boris Johnson, l’eccentrico sindaco londinese dal ciuffo paglierino, non smette mai di stupire. Fino al limite dell’imbarazzo. Con la sua ultima boutade il biondo Lord Mayor, che si proclama conservative, ha voluto superare a sinistra l’anima liberal e politicamente corretta della intellighenzia britannica.
Johnson, infatti, ha invitato tutti i cittadini londinesi a partecipare, per un giorno, al digiuno del ramadan e a recarsi, dopo il tramonto, in moschea. Tutto questo per imparare a comprendere i propri vicini musulmani. La giustificazione dell’invito è che, oramai, secondo Johnson, i seguaci dell’Islam sono “at the heart of every aspect of society”. Ha infatti ricordato che «ufficiali di polizia, medici, scienziati, e insegnanti musulmani sono ormai parte essenziale e insostituibile del tessuto sociale londinese».
Da qui la necessità di sviluppare ogni forma di “understanding and learning of the Muslim neighbour”, anche partecipando al ramadan e recandosi in moschea. Ciascun londinese, indipendentemente dal proprio background culturale e religioso, può trarre - secondo Johnson - edificanti e istruttive lezioni dallo spirito e dal significato del ramadan.
Johnson è uscito di senno? No, semplicemente ha pronunciato questo singolare discorso nella moschea di Tower Hamlet, il municipio ove risiede la maggior parte della popolazione musulmana. Era semplicemente a caccia di consenso politico e di futuri voti. L’episodio, però, la dice lunga su come il popolo britannico abbia ormai smarrito del tutto la propria identità culturale, se per un cinico calcolo politico si arriva ai livelli cui è giunto Boris Johnson, soi-disant conservatore.
Ovviamente, il sindaco di Londra respinge con sdegno al mittente le accuse di spudorato opportunismo, e giura che il suo è un sincero e convinto interesse a una prospettiva di integrazione della comunità, all’insegna della concordia e dell’armonia.
Esiste, in realtà, un modo molto semplice per verificare la sincerità delle affermazioni del sindaco londinese. Basterebbe che egli invitasse i cittadini musulmani, per un giorno, a partecipare al digiuno quaresimale dei cristiani e a una novena in chiesa. O meglio ancora, sarebbe sufficiente invitare i membri del London Muslim Center a partecipare, anche solo per un giorno, al digiuno ebraico dello Yom Kippur, recandosi poi in una sinagoga per pregare.
Se facesse un simile discorso Johnson non solo perderebbe gli ambiti voti islamici, ma metterebbe anche a serio rischio la propria incolumità fisica. E non ci pare che il fulvo Boris, per quanto eccentrico, abbia la vocazione del martire per la causa dell’integrazione.
(Gianfranco Amato)