Nella rassegna stampa di oggi:
1) STRASBURGO: APPROVATA UNA RACCOMANDAZIONE SULLA SALUTE SESSUALE E RIPRODUTTIVA - Un nuovo cavallo di Troia per introdurre l’aborto come diritto - di Angela Maria Cosentino*
2) Storia di Shazia, 12 anni, cristiana – di Antonio Socci - da Libero, 31 gennaio 2010
3) 1/02/2010 – INDIA - Karnataka, nel ricordo di Gandhi cristiani in marcia contro la persecuzione di Nirmala Carvalho - Nel Giorno del martirio di Gandhi, la minoranza cristiana marcia in silenzio per chiedere al governo di fermare gli attacchi che subisce. Nel solo 2009, registrati oltre 159 attacchi a chiese e fedeli; 72 nel solo Karnataka.
STRASBURGO: APPROVATA UNA RACCOMANDAZIONE SULLA SALUTE SESSUALE E RIPRODUTTIVA - Un nuovo cavallo di Troia per introdurre l’aborto come diritto - di Angela Maria Cosentino*
ROMA, lunedì, 1° febbraio 2010 (ZENIT.org).- L’Assemblea del Consiglio d’Europa di Strasburgo ha approvato mercoledì 27 gennaio un allarmante documento proposto dalla britannica Christine Mc Cafferty: una Raccomandazione destinata ai 47 Paesi membri.
La relazione è passata con 50 voti favorevoli e 14 contrari e 4 astenuti (i 4 italiani hanno votato contro), tutti gli emendamenti presentati dall’onorevole Luca Volontè e dall’onorevole Renato Farina sono stati respinti.
Il Documento si concentra sulla cosiddetta “salute sessuale e riproduttiva”, termine che, nonostante l’apparente dicitura rassicurante, indica l’accesso (anche ai minori senza informare i genitori) a contraccezione, aborto gratuito, sicuro, sterilizzazione, fecondazione artificiale e libero “orientamento sessuale”. Nascondendo così una drammatica realtà che si vuole “imporre” ai Paesi membri.
Aver introdotto nella Raccomandazione il “diritto alla salute sessuale e riproduttiva” rappresenta il nuovo cavallo di Troia per introdurre l’aborto come diritto, anche se era stato escluso da precedenti documenti e pronunciamenti dell’ONU.
Si realizza così, nonostante alcuni vigorosi dissensi all’approvazione della Risoluzione, l’obiettivo ideologico delle femministe (determinate ad introdurre il nuovo presunto“diritto all’aborto” in occasione dei 15 anni della Conferenza Internazionale ONU sulla donna, Pechino 1995) e l’obiettivo economico delle potenti lobby farmaceutiche: una devastante alleanza della cultura di morte, in prossimità della 32 ª Giornata Italiana per la vita (7 febbraio 2010).
È preoccupante, inoltre, che il Documento rappresenti la base del programma di azione per la prossima Conferenza ONU su popolazione e sviluppo. Il prossimo “cavallo di Troia “ quale valore colpirà?
Non è in gioco solo un’idea di fertilità (valore umano e sociale da conoscere e tutelare, non “malattia” da debellare o “diritto” da pretendere), ma il significato stesso della persona (maschio e femmina), immagine e somiglianza di Dio: una verità che ci precede, ci è data e non è stata creata dall’uomo, ma che, per la presunzione prometeica di ritenersi l’unico autore di se stesso, l’uomo moderno rischia di non riconoscere.
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*Angela Maria Cosentino è docente di Tutela della vita e della salute procreativa all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e delegata per la Confederazione Italiana Centri per la Regolazione Naturale della Fertilità al Forum delle Associazioni Familiari.
Storia di Shazia, 12 anni, cristiana – di Antonio Socci da Libero, 31 gennaio 2010
Nessuno a Hollywood le dedicherà un film (che pure sarebbe da Oscar), nessuno scrittore la immortalerà in un romanzo, nessun giornale occidentale – che dedica pagine e pagine al burqa in Francia – ha sollevato clamore.
Perché i cristiani sono tornati come al tempo di san Paolo: “siamo diventati la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti”. Dunque la triste storia di Shazia Bashir, 12 anni, cristiana, non può far notizia.Come non fa notizia che proprio i cristiani siano il gruppo umano più perseguitato del pianeta. Nemmeno i credenti lo sanno e si fanno semmai bersagliare dalle accuse opposte.
L’Avvenire di Dino Boffo aveva mostrato una certa sensibilità per il dramma dei cristiani oppressi, in decine di paesi del mondo (250 milioni di cristiani ogni giorno a rischio e migliaia di vittime ogni anno): era un forte incentivo ad aprire gli occhi. Ma di recente Boffo è stato ingiustamente indotto alle dimissioni dopo un’assurda polemica.
Detto questo la storia di questa ragazzina cristiana, Shazia Bashir, non si può tacere. Oltretutto è solo la punta dell’iceberg.
L’ha fatta emergere dal silenzio, una settimana fa, l’agenzia missionaria Asianews (del Pontificio istituto missioni estere), che fa un lavoro eccezionale, ma come una voce che grida nel deserto. Ha lanciato la notizia così, dal Pakistan: “Lahore, domestica cristiana 12enne torturata e uccisa”. L’agenzia riferisce che viene accusato il padrone musulmano: “La giovane lavorava presso la famiglia di un potente avvocato della città, dove era soggetta a violenze sessuali, fisiche e psicologiche. La morte della ragazza ha scatenato le proteste della comunità cristiana, che chiede giustizia. Attivista per i diritti umani: il 99 per cento delle giovani cristiane che lavorano per musulmani sono vittime di violenze e abusi”.
Vedremo se e come le autorità arriveranno a individuare e punire il o i colpevoli. Ma non ci si possono fare illusioni sulla tutela dei cristiani in un paese come il Pakistan.
L’agenzia Asianews aggiunge: “ ‘I genitori di Shazia non hanno potuto vedere la figlia’ denuncia Razia Bibi, 44 anni, zia della vittima. La 12enne è morta il 22 gennaio scorso in ospedale a causa delle ferite subite. Sohail Johnson, (attivista per i diritti umani, nda) conferma che il cadavere presentava i segni delle torture in 12 punti diversi del corpo ed è stata ricoverata ‘con la mandibola fratturata’. In un primo momento la famiglia dell’avvocato ha proposto un risarcimento di 250 dollari ai genitori per non sporgere denuncia; poi si sono dati alla fuga. La polizia li ha arrestati dietro pressioni del governo federale”.
Il giorno dopo la morte di Shazia i cristiani hanno manifestato di fronte agli uffici dell’Assemblea provinciale del Punjab. “L’associazione dei legali di Lahore, invece, si è schierata a difesa del potente avvocato musulmano. La minoranza cristiana” scrive ancora Asianews “esprime dubbi sull’indipendenza e l’efficacia delle indagini avviate dalla polizia”.
Va detto che non stiamo parlando di un paese marginale: il Pakistan ha 180 milioni di abitanti, è addirittura una potenza nucleare e si trova in una posizione geopolitica strategica, fondamentale nella lotta occidentale al terrorismo islamico.
Ma gli Stati Uniti sbagliano profondamente se si illudono di potere vincere quella guerra solo tramite la via militare, in alleanza col regime pakistano.
Anche perché il Pakistan, che dovrebbe essere un pilastro di questa lotta al terrorismo, è uno dei paesi più integralisti, quello dove è stata inventata ed è tuttora in vigore la vergognosa “legge sulla blasfemia” che dà praticamente diritto di vita o di morte sui cristiani o su chi non si riconosca nel credo coranico.
I cristiani lì sono una minoranza ridotta alla miseria, vessata in ogni modo. Le famiglia cristiane sono così povere che per sopravvivere sono costrette a mandare le figlie a lavorare già da bambine e in genere l’unico lavoro che possono fare è quello delle serve presso le ricche famiglia musulmane.
Dove però – scrive Asianews – “sono sovente vittime di abusi e violenze fisiche, sessuali e psicologiche”.
Secondo un’organizzazione per i diritti umani “in alcuni casi i loro padroni le danno in spose a domestici musulmani, obbligandole a convertirsi all’islam”. In sostanza “queste vulnerabili ragazze cristiane non godono di alcuna protezione”.
La Chiesa italiana e il Vaticano si sono spesso (anche in queste ore) pronunciati in difesa degli immigrati. Giustamente. Ma chi si occupa dei poveri cristiani di quei paesi, così poveri da non poter neanche tentare di emigrare?
Ragazzine come Shazia sono costrette a subire una vita infernale per una paga di 12 dollari al mese, a volte neanche corrisposta: perché la Chiesa, tramite le parrocchie, la Caritas o tante altre organizzazioni, non lancia una grande campagna per le “adozioni a distanza” di queste ragazzine cristiane?
Io credo che tantissimi sarebbero disposti a dare 12 dollari al mese, cioè 8 euro al mese, per salvare queste povere fanciulle da un simile inferno. La vita di una fanciulla cristiana di dodici anni vale almeno 8 euro?
Mi chiedo perché gli stessi cattolici, che nei primi secoli onoravano e veneravano le giovani cristiane martirizzate dai pagani, ignorano la sorte terribile e il martirio di tante fanciulle in molti paesi.
Nei primi secoli addirittura i padri della Chiesa scrivevano pagine immortali in onore di queste fanciulle: penso al caso di sant’Agnese, martire a 16 anni. Sant’Ambrogio, san Girolamo e san Damaso esaltarono il suo esempio, la Chiesa la venera da 1700 anni, a lei ha dedicato chiese e memorie liturgiche.
Mentre noi cristiani del XXI secolo neanche conosciamo i nomi dei martiri di oggi. Nel tempo dell’informazione planetaria globale i cattolici stessi ignorano la vastità e la crudeltà dell’odio anticristiano e delle persecuzioni nel mondo.
Così nessuno ha mai pensato di aiutare le povere famiglie cristiane di questi paesi, né di realizzare un qualche osservatorio internazionale o un’agenzia di difesa sul modello dell’ “Anti defamation league” o di Amnesty international.
Non si potrebbe sostenere di più il lavoro di associazioni come “L’Aiuto alla Chiesa che soffre”? Non si potrebbero moltiplicare gli sforzi e le organizzazioni di questo tipo?
Non potrebbero i cattolici e il Vaticano, anche in accordo con le organizzazioni cristiane protestanti (questo sarebbe il vero ecumenismo), creare ad esempio un’équipe di avvocati specializzati con la missione di fornire assistenza legale gratuita a livello internazionale, per patrocinare le cause dei cristiani perseguitati in ogni sede giuridica, politica o amministrativa?
Sono domande che personalmente pongo da anni, con articoli, libri e conferenze. Ma non ho mai avuto il barlume di una risposta. Forse perché i molti uffici del Vaticano sono impegnati con tanti altri problemi delicati.
Ma siamo sicuri che la tragedia dei cristiani perseguitati sia una questioncella secondaria? Siamo sicuri che non si possa fare di più?
Quando leggo articoli come quello apparso ieri sul Foglio, dove Vittorio Feltri rivela che è stato “un informatore attendibile, direi insospettabile” che, riassume il Foglio, “ha spacciato per vero un documento falso sull’ex direttore di Avvenire Dino Boffo, creando il caso” e portando alle sue dimissioni, e che tutto questo è nato quando – aggiunge Feltri – “una personalità della chiesa della quale ci si deve fidare istituzionalmente mi ha contattato”, viene da chiedersi con amarezza: veramente ci sono “personalità della chiesa” che si dedicano a questo?
Si deve sperare che si faccia chiarezza assoluta. E che i cattolici dedichino le loro energie ai poveretti che, nel mondo, soffrono a causa della loro fede cristiana e aspettano aiuto.
Antonio Socci
1/02/2010 – INDIA - Karnataka, nel ricordo di Gandhi cristiani in marcia contro la persecuzione di Nirmala Carvalho - Nel Giorno del martirio di Gandhi, la minoranza cristiana marcia in silenzio per chiedere al governo di fermare gli attacchi che subisce. Nel solo 2009, registrati oltre 159 attacchi a chiese e fedeli; 72 nel solo Karnataka.
Mysore (AsiaNews) – Oltre duemila cristiani hanno sfilato in silenzio per celebrare la Giornata mondiale della pace e chiedere al governo indiano protezione contro la persecuzione religiosa che cresce di giorno in giorno. Secondo il Consiglio globale dei cristiani indiani(Gcic), un gruppo con base a Bangalore, nel solo 2009 si sono verificati 159 attacchi violenti contro la minoranza; di questi, 72 nel solo Karnataka, lo Stato dove si è svolta la marcia silenziosa.
In un comunicato congiunto - firmato dal presidente del Consiglio Sajan George e dal vescovo cattolico di Mysore Thomas A. Vazhapilly, e indirizzato al governatore del Karnataka - si legge: “Noi, membri della comunità cristiana di Mysore, nel giorno dedicato al martirio del Mahatma Gandhi rendiamo omaggio al padre della nazione. Ma siamo qui anche per presentare la nostra protesta contro le atrocità perpetrate ai danni della comunità”.
“Vogliamo inoltre - continua il testo - portare la sua attenzione sul fatto che sono in aumento gli attacchi contro le minoranze, e in particolare quella cristiana. Soltanto negli ultimi dieci giorni, se ne sono verificati 4. Ma nel 2009 sono stati 159, di cui 72 nel Karnataka. Questi attacchi sono una minaccia all’anima laica della nostra nazione, ai diritti umani e all’inalienabile diritto di professare e propagare liberamente la propria religione. Un diritto garantito dalla Costituzione”.
Ma il testo contiene anche un’accusa precisa: “Siamo dispiaciuti nel dover constatare che gli attacchi ai cristiani si sono intensificati sin da quando è arrivato al potere l’attuale governo statale. È stato fatto molto poco da parte delle autorità, per garantire protezione ai fedeli e alle loro chiese. La risposta dei cristiani è sempre stata pacifica; ma ci aspettiamo che lo Stato, locale e centrale, e la comunità internazionale si rendano conto che esiste un piano specifico contro di noi e vengano in nostro aiuto”.
In conclusione, i firmatari chiedono al governatore “un intervento per proteggere le minoranze, cristiane e non; l’emanazione di un ordine diretto alle forze di sicurezza, affinché intervengano per investigare sugli attacchi e punire i responsabili; un’adeguata rappresentanza dei membri delle comunità cristiane all’interno degli organi di governo statale; un impegno a fermare la campagna d’odio in atto”.
Intervistato da AsiaNews, il presidente del Consiglio Sajan George dice: “Oggi ricordiamo Gandhi, l’apostolo della non-violenza. È una vergogna per tutta l’India che, dopo il suo insegnamento, esistano ancora persone che vengono perseguitati per la loro fede. L’amministrazione deve lavorare per una cultura di pace e uguaglianza per tutti i cittadini. La violenza e l’intolleranza non possono assolutamente coesistere con la pace e l’armonia. Questo va a detrimento del bene della nazione”.