lunedì 1 marzo 2010

Nella rassegna stampa di oggi:
1) GESÙ, LEGGE E GUIDA DELL'ESISTENZA UMANA, RICORDA IL PAPA - In Quaresima, invita a "meditare assiduamente il Vangelo"
2) Piemonte. Attenti a votare UDC, con la Bresso c’è pure il fan di Fidel Castro - Massimo Introvigne su "Libero" del 28 febbraio 2009
3) Alleanza Cattolica contro Bresso e UDC: “scandalosi” sulla pillola del giorno dopo
4) IL CASO/ La telecronaca di un aborto in diretta su Twitter: l'ultima follia della Ru486 - Gianfranco Amato - lunedì 1 marzo 2010 – ilsussidiario.net

GESÙ, LEGGE E GUIDA DELL'ESISTENZA UMANA, RICORDA IL PAPA - In Quaresima, invita a "meditare assiduamente il Vangelo"
CITTA' DEL VATICANO, domenica, 28 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Gesù e la sua Parola devono essere la guida dei credenti, ha affermato Benedetto XVI questa domenica rivolgendosi ai fedeli e ai pellegrini riuniti in Piazza San Pietro in Vaticano per recitare con lui la preghiera mariana dell'Angelus.
Nella seconda domenica di Quaresima, la liturgia narrava l'episodio della Trasfigurazione, che nel Vangelo di San Luca segue immediatamente l'invito del Maestro: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua!" (Lc 9,23).
Luca, ha ricordato il Papa, "non parla di Trasfigurazione, ma descrive quanto è avvenuto attraverso due elementi: il volto di Gesù che cambia e la sua veste che diventa candida e sfolgorante, alla presenza di Mosè ed Elia, simbolo della Legge e dei Profeti".
I tre discepoli che assistono alla scena - Pietro, Giacomo e Giovanni - "sono oppressi dal sonno: è l'atteggiamento di chi, pur essendo spettatore dei prodigi divini, non comprende". Solo la lotta contro il torpore che li assale permette loro di "vedere" la gloria di Gesù.
"Allora il ritmo si fa incalzante: mentre Mosé ed Elia si separano dal Maestro, Pietro parla e, mentre sta parlando, una nube copre lui e gli altri discepoli con la sua ombra; è una nube, che, mentre copre, rivela la gloria di Dio, come avvenne per il popolo pellegrinante nel deserto. Gli occhi non possono più vedere, ma gli orecchi possono udire la voce che esce dalla nube: 'Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo!'".
I discepoli "non sono più di fronte ad un volto trasfigurato, né ad una veste candida, né ad una nube che rivela la presenza divina. Davanti ai loro occhi, c'è 'Gesù solo'".
"Gesù è solo davanti al Padre suo, mentre prega, ma, allo stesso tempo, 'Gesù solo' è tutto ciò che è dato ai discepoli e alla Chiesa di ogni tempo: è ciò che deve bastare nel cammino. È lui l'unica voce da ascoltare, l'unico da seguire, lui che salendo verso Gerusalemme donerà la vita e un giorno 'trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso'".
La Trasfigurazione, ha proseguito il Pontefice, ricorda che "le gioie seminate da Dio nella vita non sono punti di arrivo, ma sono luci che Egli ci dona nel pellegrinaggio terreno, perché 'Gesù solo' sia la nostra Legge e la sua Parola sia il criterio che guida la nostra esistenza".
In questo contesto, ha quindi invitato tutti nel periodo quaresimale "a meditare assiduamente il Vangelo".
Nell'Anno Sacerdotale in corso, riprendendo l'omelia della Messa crismale del 9 aprile 2009, ha inoltre auspicato che i pastori "siano veramente pervasi dalla Parola di Dio, la conoscano davvero, la amino al punto che essa realmente dia loro vita e formi il loro pensiero".


Piemonte. Attenti a votare UDC, con la Bresso c’è pure il fan di Fidel Castro - Massimo Introvigne su "Libero" del 28 febbraio 2009
«Noi siamo nani sulle spalle di giganti e uno di questi giganti è Fidel Castro. Qué viva Fidel! Qué viva Cuba! Hasta la victoria siempre!». Parole e musica del sito Internet della sezione Dolores Ibarruri dei Comunisti Italiani torinesi, partito di cui è segretario Vincenzo Chieppa, che di quel sito è collaboratore. La notizia è ufficiale: Chieppa fa parte del listino della candidata di centro-sinistra Mercedes Bresso. Dunque in Piemonte chi vota – per esempio – Udc vota anche per Fidel Castro. A meno di ricorrere al voto disgiunto, la croce sull’Udc è infatti una croce per la Bresso e per il suo listino. Il pacchetto si può comprare solo tutto insieme, Chieppa compreso.

L’Udc e la Bresso obiettano che con i comunisti l’accordo è meramente “tecnico” perché non avranno posti in giunta. Ma la legge elettorale regionale non distingue fra accordi tecnici e non, e della giunta si parla dopo le elezioni. È inutile illudersi: chi vota Udc vota il listino della Bresso, e chi vota quel listino vota Chieppa. Che su Castro non transige: in un ordine del giorno presentato alla Regione chiede che siano «respinti gli attacchi strumentali e la campagna diffamante contro Cuba» e che il Piemonte dichiari «che il governo cubano garantisce ai propri cittadini standard di vita (…) che spesso non sono garantiti neanche nei Paesi cosiddetti avanzati».

Il soccorso rosso di Chieppa non vale solo per Cuba. L’Occidente critica la Cina per le violazioni dei diritti umani? Si mobilita anche Chieppa, ma per denunciare «un’indegna campagna di demonizzazione della Repubblica Popolare Cinese». Quando poi sente parlare di Israele Chieppa non vede rosso solo perché il rosso a lui, comunque sia, piace sempre. Ma ancora il 20 gennaio 2010 conferma il suo impegno per il «boicottaggio dei prodotti israeliani». A proposito: anche gli amici di Israele che votano la lista Bonino-Pannella, che in Piemonte è con Bresso, o il Pd, mandano Chieppa e i suoi boicottaggi in Regione.

Forse proprio per lavarsi la coscienza rossa e laica dopo gli accordi che coinvolgono l’Udc Chieppa – mentre l’Italia protesta per la sentenza europea contro l’esposizione del crocifisso nelle nostre aule – dichiara che «sarebbe giusto che in tutti gli uffici pubblici non venissero esposti simboli religiosi».

Che razza di personaggio la Bresso abbia scelto per il suo listino emerge dal documento più allucinante del sito della sezione Ibarruri. Siamo nel 2008 e tutta l’Europa commossa ricorda dopo quarant’anni la primavera di Praga, i ragazzi schiacciati sotto i carri armati del Patto di Varsavia, il tragico rogo dello studente Jan Palach. Anche i comunisti italiani sventolano commossi le loro bandiere: quelle dell’Armata Rossa e di Breznev.

Si scopre così che ricordando nel 2008 i fatti del 1968, Chieppa e compagni sostenevano i «cinque Paesi socialisti fratelli (Urss, Polonia, Ungheria, Rdt e Bulgaria)» che «assolvendo il loro dovere internazionalista», decisero di «portare aiuto ai popoli della Cecoslovacchia nella loro lotta alla controrivoluzione, in difesa del socialismo, del progresso, della democrazia». L’invasione «impedì alla reazione interna ed internazionale di attuare il loro progetto criminale» e dimostrò «la solidità delle conquiste socialiste, la forza dell’internazionalismo proletario e la capacità di difesa dei comunisti».

Si comprende come perfino il sindaco di Torino Sergio Chiamparino abbia espresso alla Bresso il suo forte “disagio” nel votare un listino con Chieppa. Queste perplessità, ha detto il superiore di Chieppa, Oliviero Diliberto, «sono frutto di un anticomunismo». Quando sente parlare Chieppa perfino Chiamparino diventa anticomunista. Dal contagio dell’anticomunismo sembrerebbe invece immune l’Udc, che pur di far guadagnare il punticino portato da Chieppa alla Bresso chiede ai suoi elettori di votare per Fidel Castro, i carri armati di Breznev e il boicottaggio dei prodotti israeliani.

Sempre “tecnicamente”, beninteso. Hasta la victoria siempre!


Alleanza Cattolica contro Bresso e UDC: “scandalosi” sulla pillola del giorno dopo
Torino, 1° marzo 2010 (l.c.). Alleanza Cattolica definisce “scandalosa” la firma di Mercedes Bresso sulla petizione dei Radicali che richiede l’abolizione dell’obbligo di ricetta per la pillola del giorno dopo. L’associazione cattolica – che ha nelle sue fila figure molto note come il sottosegretario Alfredo Mantovano, il giornalista e “voce del Magistero” Marco Invernizzi, il giurista Mauro Ronco – ricorda che la pillola del giorno dopo, da non confondere con la pillola RU486, per il Magistero della Chiesa è “assolutamente illecita”, è una forma di “aggressione agli individui più deboli e indifesi” e comporta una “grave responsabilità morale” per chi ne favorisce in qualsiasi modo la diffusione (Dichiarazione della Pontificia Accademia per la Vita del 21-10-2000). E Benedetto XVI ha chiesto “un sussulto di umanità” contro una pratica che rischia di “anestetizzare le coscienze” (discorso del 29 ottobre 2007). “Ma scandaloso – commenta il sociologo torinese e vice-responsabile nazionale di Alleanza Cattolica Massimo Introvigne – è anche l’atteggiamento dell’UDC, che sul punto attacca a gran voce la Bresso sperando di confondere qualche elettore. È troppo tardi per i ripensamenti, e la Bresso ogni giorno dimostra con i fatti come il suo richiamo generico alla vita e alla famiglia nell’accordo elettorale con l’UDC sia solo una trappola per i più ingenui. I cattolici devono sapere che chi fa la croce sull’UDC vota automaticamente la Bresso e le sue idee, diffusione a piene mani di pillole contro la vita compresa. Su questi temi, al contrario, le posizioni di Roberto Cota meritano particolare apprezzamento”.


IL CASO/ La telecronaca di un aborto in diretta su Twitter: l'ultima follia della Ru486 - Gianfranco Amato - lunedì 1 marzo 2010 – ilsussidiario.net
Nei social network passa davvero di tutto. Persino l’accurata descrizione in diretta di un aborto praticato con la pillola RU486. L’autrice dell’allucinante trovata è Angie Jackson, una ventisettenne americana, che ha deciso di condividere su Twitter questa sua esperienza, col fine dichiarato di voler «sdrammatizzare» l’aborto. La donna, peraltro, si sente particolarmente orgogliosa di far parte della schiera degli antiteisti, coloro, per intenderci, che a differenza degli atei non si limitano a non credere in Dio ma combattono in maniera attiva e, a volte, aggressiva la stessa idea di divinità.

Quando lo scorso 13 gennaio Angie Jackson si è accorta della sua gravidanza indesiderata, non ha esitato a farlo sapere ai suoi 800 “amici” virtuali, attraverso un messaggio lapidario: «Pregnant!». Da quel momento il numero dei fan è raddoppiato. Tre settimane dopo, la Jackson decide di interrompere la gravidanza optando per la pillola abortiva RU486 invece di ricorrere all’intervento chirurgico. Da qui l’idea di rendere pubblica questa tragedia personale attraverso quella inquietante dimensione immateriale che si chiama cyberspazio.

Così, “antitheistangie” (Angie l’antiteista) – questo è lo username della donna – lo scorso 21 febbraio inizia a postare su Twitter: «I crampi cominciano ad aumentare». Qualche ora più tardi comunica: «Ora inizio decisamente a perdere sangue». E via descrivendo fino ai più raccapriccianti dettagli. Quello che la donna non aveva immaginato, però, erano gli inevitabili rischi legati al fatto di essersi esposta al giudizio pubblico. Le critiche per quella demenziale iniziativa, infatti, sono piovute a centinaia, rasentando, in alcuni casi, persino l’invettiva.

E non si è trattato soltanto di antiabortisti. Ciò che, però, mi ha maggiormente stupito è stata la reazione della Jackson. «Forse sono stata ingenua» ha ammesso la fiera antiteista, dichiarandosi «attonita» per il livello di livore manifestato da tante persone nei suoi confronti. In realtà, la combattiva Angie non poteva non immaginare quello che sarebbe successo, per cui la sua asserita “ingenuità” convince poco. Sarebbe troppo facile, quindi, liquidare questa storia come la semplice azione di una squilibrata.
Senza scomodare la psicoanalisi junghiana, credo che quanto successo potrebbe scaturire da qualcosa di più profondo. Forse la scorza spavalda dell’ideologia ha nascosto, in realtà, la comprensibile fragilità umana di quella donna di fronte alla tragedia dell’uccisione del proprio figlio. L’ostentato ateismo, la pretesa di combattere una battaglia per demistificare l’aborto, il linguaggio smaccatamente spavaldo e fuori luogo, probabilmente non hanno rappresentato altro che il disperato e patetico tentativo inconscio di sconfiggere la solitudine.

Sì, questa è la parola chiave: solitudine. Una condizione che non corrisponde al desiderio originale dell’uomo e che rappresenta il contrario della vita affermata come fattore positivo, pieno di ricchezza e significato. Di fronte alla tragedia della soppressione di un figlio, Angie Jackson è sprofondata nell’angoscia silenziosa del buio e della notte, in quella disperata solitudine che, Vladimir Nabokov, nel suo romanzo Fuoco Pallido, rappresenta come «il campo da gioco di Satana».

Da qui la ricerca disperata di aiuto, inconsciamente urlata nel mondo virtuale e senza confini della rete. Così ho interpretato le parole di Angie Jackson che, a mio parere (ma è solo un’impressione personale non una diagnosi psicologica), potrebbero rappresentare la vera motivazione di quel gesto apparentemente insano. «Dal punto di vista emotivo», ha infatti confessato la donna, «mi sono sentita di agire così apertamente e con il supporto morale dei miei amici, perché solo in questo modo tutto è stato più facile».

Questa è la prova, qualora ve ne fosse bisogno, di quanto siano devastanti gli effetti psicologici dell’aborto “fai da te”, di quella pillola RU486 che fa ripiombare la donna sola di fronte alla tragedia dell’interruzione di una gravidanza. Proprio ciò che la Legge 194/78 voleva combattere.
Questo è lo scenario a cui, purtroppo, potremmo assistere nel nostro Paese, qualora le Regioni optassero per la scorciatoia del Day Hospital, anziché, come prevede la legge, il ricovero e l’assistenza ospedaliera. Che questa rischi, peraltro, di essere la fine che ci attende, lo dimostra l’autorevole vaticinio del guru Umberto Veronesi: «Io credo che non sarà più necessaria, in futuro, alcuna forma di ospedalizzazione».

Il grande luminare milanese preferisce, infatti, che le donne abortiscano da sole e chiuse nell’angusto spazio del bagno di casa propria. Le femministe, ovviamente, tacciono indifferenti all’angosciante situazione umana in cui verrebbero a trovarsi le donne che decidono di ingoiare la RU486. Non tutte avranno il coraggio di chiedere aiuto.

Magari nel modo volgare e dissennato di Angie Jackson. Molte saranno costrette a macerare in silenzio il proprio infinito dolore, avvolte dalla gelida coltre della solitudine, che mai come in questo caso apparirebbe per quello che davvero è. Il campo da gioco di Satana.